La comunicazione è il lavoro (anche se pensi di fare altro)
In genere c’è chi scrive codice, chi disegna interfacce, chi costruisce modelli complessi. Eppure, dietro ogni prodotto c’è una catena invisibile di persone che raccolgono e trasmettono informazioni: chi cerca i dati, chi li filtra, chi li porta a chi decide cosa costruire.
Il punto è che questa catena funziona solo grazie a una competenza fondamentale: la comunicazione.
E non parliamo solo di email o meeting. Comunichiamo sempre, anche quando non diciamo nulla. Il silenzio, infatti, può essere interpretato peggio di un’informazione sbagliata: le persone hanno bisogno di senso, e se non glielo diamo, lo inventano.
Non possiamo scegliere se comunicare o no: possiamo solo scegliere come.
Ecco allora otto principi pratici per farlo bene, ispirati all’esperienza di chi ha lavorato con grandi team e progetti complessi.
1. Struttura il messaggio a strati
Non tutti hanno lo stesso livello di attenzione. Dai a ognuno un “entry point”: un’idea chiave per chi ascolta distrattamente, qualche punto in elenco per chi vuole un po’ più di dettaglio, e spiegazioni approfondite per chi ha tempo e interesse. È lo stesso principio delle presentazioni efficaci: un messaggio principale, alcuni pilastri, e poi i dettagli.
2. Pensa al pubblico “di seconda mano”
Non comunichi solo a chi è davanti a te. Il tuo messaggio viaggia attraverso le persone che lo ripetono ad altri. Se riesci a condensarlo in frasi brevi e facili da ricordare, moltiplichi l’impatto e riduci il rischio di distorsioni.
3. Comunica in difesa
Chiediti: qual è l’interpretazione più cinica che qualcuno potrebbe dare alle mie parole? Ogni gruppo, piccolo o grande, ha almeno una persona pronta a leggere il peggio. Se lasci troppo spazio all’ambiguità, quel “rumore” diventa la tua comunicazione ufficiale.
4. Ripeti, ripeti, ripeti
Gli esperti di marketing lo sanno: un messaggio serve sentirlo più volte per diventare memorabile. Non avere paura di tornare al punto chiave: è così che resta.
5. Usa più canali
Alcuni leggono le email, altri ascoltano in riunione, altri ancora memorizzano meglio se vedono qualcosa scritto su un poster o condiviso in chat. Ogni canale che aggiungi aumenta la probabilità che il tuo messaggio arrivi e venga ricordato.
6. Cura i canali
Non aspettare la crisi per costruire i tuoi spazi di comunicazione. Mailing list, chat aziendali, newsletter interne, town hall… sono canali che vanno coltivati costantemente, altrimenti nessuno li considera affidabili quando davvero servono.
7. Comunica presto e spesso
Il silenzio è terreno fertile per i rumor. Non aspettare di avere la certezza assoluta: meglio condividere ciò che sai, con la trasparenza di dire che potrà cambiare, che lasciare spazio al vuoto.
8. Correggi le incomprensioni
Se ti accorgi che il tuo messaggio non è stato recepito come volevi, non dare la colpa al pubblico. Raccogli feedback, ascolta cosa è passato e assumi la responsabilità di chiarire. Comunicare bene è un processo iterativo, non un colpo singolo.
In sintesi
Molti leader (e non solo) faticano con la comunicazione perché vorrebbero pensarsi “solo parte del team”. Ma non funziona così. Anche chi non ha un titolo manageriale è un riferimento per qualcuno.
Siamo tutti comunicatori, che ci piaccia o no.
E allora tanto vale investire per farlo bene: perché comunicare non è un extra del lavoro. È il lavoro.


